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Napoli spara, Roma risponde: torna il poliziottesco tra nostalgia e ironia

Arriva in sala "Roma criminale" di Gianluca Petrazzi, figlio d'arte che debutta come regista. Al festival di Roma grande successo per "Song 'e Napule" dei fratelli Manetti, ultima produzione di Luciano Martino. E il Maestro Castellari annuncia: "Presto girerò 'Il cittadino si difende' con Matt Dillon, Franco Nero e un cameo di Tarantino"

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LA "Giulietta" nera, le armi impugnate come in un western, un certo modo di filmare gli inseguimenti, musica pulp, violenza realistica. Ci sono più o meno tutti gli elementi tipici del poliziesco all'italiana nei film che tentano di rispolverare il genere. Dopo il successo, al Festival del Cinema di Roma (lunghe file e tutto esaurito alle proiezioni per il pubblico, ottime recensioni) dell'ultimo film da produttore di Luciano Martino, Song 'e Napule dei fratelli Manetti, sta per arrivare in sala Roma criminale di Gianluca Petrazzi, figlio di un maestro d'armi e aiuto regista di decine di film di Martino, Lenzi, Castellari.
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"Quei set li ho frequentati da bambino - racconta il debuttante Petrazzi, 47 anni, un'altra carriera come stunt coordinator su set come Quantum of Solace, Italian Job, Romanzo criminale - avevo 8 o 9 anni quando ho fatto il mio primo stunt, ero con papà sul set del film di Lenzi Il giustiziere sfida la città dove mio padre controfigurava Tomas Milian e io facevo la controfigura di un bambino che nel film viene rapito e poi salvato proprio da Milian. Mio padre Riccardo è morto nel 2003, un'ora dopo il suo funerale ho pensato che dovevo far qualcosa per onorare la sua memoria e così mi sono messo a scrivere questo film come fosse Roma a mano armata trent'anni dopo".
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In Roma criminale ritroviamo il brigadiere Gargiulo, ovvero Massimo Vanni diventato famoso per la lunga serie degli anni Settanta che vedeva protagonista il maresciallo (poi ispettore) Giraldi, interpretato da Milian. Oggi Gargiulo è a un passo dalla pensione e affianca un giovane ispettore impulsivo e violento (Alessandro Borghi) la cui attività di vicequestore aggiunto si scontra con la voglia di vendetta nei confronti del padre, ucciso trent'anni prima da Vince Marrazzo detto "Er Toretto" (Luca Lionello) appena uscito di prigione.
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Il poliziesco all'italiana continua ad avere il suo pubblico ("a Napoli gli esercenti ci continuano a chiedere copie", dice Petrazzi) e periodicamente ci sono registi che tornano con una pellicola tra omaggio e rivisitazione. Come i fratelli Antonio e Marco Manetti che nel loro film sul mondo dei neomelodici hanno giocato con gli stereotipi del poliziottesco per raccontare lo strano percorso di Paco (Alessandro Roja), musicista disoccupato, diplomato al Conservatorio, che tramite una raccomandazione viene assunto in polizia. Imboscato in un deposito giudiziario per puro caso, verrà reclutato dal commissario Cammarota (Paolo Sassanelli), un mastino dell'anticrimine, per infiltrarsi nel gruppo di Lello Love (Giampaolo Morelli) che deve cantare al matrimonio della figlia di un boss di camorra.
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"Il nostro film non è nato come un omaggio, ma un divertimento per raccontare un cinema che oggi non si fa più - raccontano i Manetti - Siamo cresciuti con un certo cinema d'azione  e la passione del nostro produttore Luciano Martino, che aveva un'anima pop vera e sincera, ci ha fatto credere in questo film". Martino nella sua lunga carriera ha prodotto tanti di quei film Milano trema: la polizia vuole giustizia del fratello Sergio a Il cinico, l'infame e il violento di Lenzi.
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Ma il vero iniziatore, considerato da tutti gli appassionati il capostipide del genere è Enzo G. Castellari che nel 1973 firmava La polizia incrimina, la legge assolve: "Io ero un appassionato di poliziesco americano e di western e la mia idea è stata di fondere i due generi - racconta Castellari - Abbiamo girato il film a Genova, dove non era mai stato girato un poliziesco, io avevo a disposizione tutta la Polizia di Stato: per la stanza di James Whitmore prima e Franco Nero dopo ebbi a disposizione l'ufficio del prefetto Santillo e come comparse sia nelle righe dei buoni che dei cattivi i veri poliziotti di stanza a Genova".

"Sono contento che i giovani riscoprano il genere e anche io ho una sceneggiatura nel cassetto per tornare a fare un poliziesco oggi. Si intitolerà Il cittadino si difende e sarà una sorta di seguito del mio film del '74 Il cittadino si ribella  - spiega Castellari - il protagonista sarà un anchor man che in televisione denuncia le violenze della mafia dell'Est e riceve delle minacce. Si rivolge al suo amico poliziotto per cercare di far arrestare alcuni boss. Per il ruolo del poliziotto ho avuto l'ok di Matt Dillon, mentre il mio amico Franco Nero interpreterà il commissario ormai a un passo dalla pensione. La sceneggiatura è pronta da tre anni, ne avevo anche già parlato a Quentin Tarantino che era disposto a fare un cameo. Poi la produzione non è partita ma invece oggi ho trovato la location ideale. Complice la film commission del Friuli Venezia Giulia lo girerò a Trieste e nel porto avverrà il grande finale".