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Noel Gallagher, cinquant'anni di rock'n'roll

Raggiunge il traguardo del mezzo secolo il musicista degli Oasis, oggi solista. In attesa di vederlo in Italia con gli U2, la sua Manchester ha scelto 'Don't Look Back in Anger' per la commemorazione della tragedia del 22 maggio

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“È solo rock’n’roll. È solo rock’n’roll. È solo rock’n’roll”. Ripetuto fino a sfumare. Era una dichiarazione di intenti quando cantavano “stanotte sono una stella del rock’n’roll”. Era il 1994, era il primo brano del primo album degli Oasis, e no, non era solo rock’n’roll. Era una cosa incredibilmente più grande di tutto e di tutti, e li avrebbe osannati e maledetti un po’ alla volta.
 
E se la data che molti hanno scelto arbitrariamente per indicare una nascita del rock’n’roll – il 20 maggio 1954, quando uscì il brano Rock Around the Clock – è solo una convenzione, non ci sono dubbi sulla data di nascita del visionario che sognava di diventare una stella di quel rock’n’roll: è il 29 maggio del 1967. Siamo al cinquantesimo compleanno di Noel Thomas David Gallagher. Metà degli Oasis, il Caino dei fratelli Gallagher, come diceva l’altro fratello, Liam, cantando “immagino che Dio pensi che io sia Abele” (nel brano Guess God Thinks I’m Abel).
 

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Quante se ne sono dette i due, alimentando un mito che affonda le radici nella Bibbia e arriva fino al rock. Incrinando quel rapporto a dir poco conflittuale fino a romperlo definitivamente nel 2009. Noel: “Faccio io tutto il lavoro quindi è giusto che io prenda più soldi. E poi sono più bello”. Liam: “Io canto meglio. Sono io il boss”. Noel: “Faremo un album dal vivo solo quando finirò le idee e Liam tenterà di scrivere canzoni”. Liam: “Noel è il leccaculo degli U2”. Sarà infatti Noel ad aprire molti concerti europei degli U2, compresi i due italiani: il 15 e il 16 luglio allo Stadio Olimpico di Roma. E gli insulti di Liam non hanno risparmiato neanche la decisione di Noel di collaborare con l’ex rivale storico, Damon Albarn, nel nuovo album del suo progetto Gorillaz. “Quel cretino ha trasformato Noel in una ragazzina, ma la prossima volta che ci vediamo sarà guerra”. La risposta di Noel: “A nessuno frega niente di cosa pensa Liam”.
 

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Ma non sarà neanche Liam a rovinare la festa per i cinquant’anni, anche se ha scelto proprio questi giorni per annunciare il suo primo singolo solista: Wall of Glass arriva il 2 giugno, per anticipare l’album As you were di prossima pubblicazione. Anzi: in un impeto di inaspettata sincerità il fratello minore dei Gallagher ha ammesso di essere ricorso al produttore di Adele per il suo album perché “non so scrivere quelle canzoni grandiose”, con i grandi ritornelli. E anzi, poi sono arrivati anche gli auguri su Twitter: "Auguri per i 50 anni al nostro kid (il suo soprannome, ndr). Rimani giovane. LG x".
 

Quello che ha sempre scritto quei grandi, enormi, gloriosi ritornelli è stato Noel. È stato lui a firmare Live Forever, Wonderwall, Supersonic, Champagne Supernova, The Hindu Times, The Importance of Being Idle, tutti quei singoloni che dal 1994 al 2009 hanno fatto la storia degli Oasis. Lui che ha scritto Don’t Look Back in Anger, con il ritornello più grande di tutti, proprio il brano scelto durante una commemorazione per i morti dell’attentato a Manchester alla fine del concerto di Ariana Grande il 22 maggio. Centinaia di persone si sono riunite per una veglia e il coro su Don’t Look Back in Anger – “Non guardare al passato con rabbia” – era enorme. “È incredibile pensare che più generazioni abbiano attribuito un’importanza tale a quella canzone”, ha detto Noel nell’unica intervista rilasciata in questi giorni, all’inglese Radio X (in cui ha annunciato la data di uscita del terzo album solista: il 9 novembre), nonostante molti volessero la sua opinione in quanto mancuniano doc, “Quella canzone è diventata una specie di inno. A volte quando la suono dal vivo penso che basterebbe che suonassi il primo accordo, poi potrei andarmene e nessuno se ne accorgerebbe. La gente serra gli occhi e piange. È incredibile”.
 

Perché no, Noel che scrivevi “It’s just rock’n’roll” prima di diventare famoso, sognando l'immortalità, davvero non è solo rock’n’roll.