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Twin Peaks, il ritorno: dopo 25 anni David Lynch risveglia incubi e misteri

La première al festival di Cannes, poi in onda su Sky Atlantic: arriva in tv (dopo un'attesa di un quarto di secolo) la nuova stagione della madre di tutte le serie tv. La prima volta negli asnni Novanta, quando un mago del cinema aveva intuito che dalla tv, dalla serialità, passava il futuro dell’immaginario del pianeta

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"VENTICINQUE anni dopo la morte di Laura Palmer, l’agente speciale Dale Cooper fa ritorno a Twin Peaks". E se non basta questo (ovvero quanto si sa finora della trama) allora non si capisce in quale altro modo dovrebbe incuriosire l’operazione-monstre che sta riportando sui nostri schermi una cosa che si chiama in quel modo. Twin Peaks. Con David Lynch e Mark Frost onusti di gloria ma in piena azione. Con Lynch che alla fine strappa tutto quello che chiede alla produzione, se ne esce con diciotto (!!) episodi – quelli normali ci campano quasi tre stagioni – e rischia il ritorno più clamoroso.
 
A giudicare dalle avvisaglie, il mondo sta già andando sottosopra. Nell'ordine, Twin Peaks 2017 va in prèmiere californiana a giorni anzi ore, poi sbarca in tv e subito dopo irrompe a Cannes dove manda quasi in crisi nervosa i cinematografari incalliti, quelli che non permettono all’idea di serie tv nemmeno di paragonarsi lontanamente al cinema (potrebbero anche avere ragione, stavolta forse lo scopriremo definitivamente). Secondo, si parte con logistica modernissima, primi due episodi in versione originale con sottotitoli in piena notte, tra domenica e lunedì, su Sky Atlantic – poi dal lunedì successivo la versione doppiata. Terzo, la scommessa è epocale in sé: dopo la prima stagione folgorante, anno 1990 - da noi 1991 con il titolo I segreti di Twin Peaks e su Canale 5, per di più – il resto è stato una seconda stagione deludente, un film così, un blando tentativo di ripresa anni dopo e insomma niente di cui vantarsi.
 

Twin Peaks, tornano gli incubi: prima Cannes, poi Sky per il ritorno del cult di Lynch


Ma questa sembra davvero un’altra storia, ovvero quella che dirà una parola definitiva sulla sensatezza o meno della memoria tv, da ripescare oppure da allontanare come un cataclisma. Solo Lynch, con Frost, poteva permettersi un rilancio simile, rischiando quasi tutto il piatto sul tavolo: richiamando gli attori di allora, convocando gente nuova come Monica Bellucci e Tim Roth, difendendo con ferocia i nuovi segreti in arrivo.
 
Chi da anni vive immerso nelle serie tv in realtà vive dentro Twin Peaks. Elencate tutte quelle più fascinose – da Lost in giù – e per ognuna di loro vale la sentenza “questa cosa esiste perché prima c’è stato Twin Peaks”. Appunto era il 1990 e ormai siamo oltre il luogo comune se ricordiamo che fu un cambio televisivo di altissimo bordo, con un mago del cinema che si presentava di fronte al nuovo mondo e in qualche modo aveva intuito, ebbene sì, che dalla tv, dalla serialità, dalle possibilità enormi concesse dalla dilatazione dei tempi, passava il futuro dell’immaginario del pianeta. Con tutti i rischi che ne conseguono: un film è un film, una serie può interrompersi all’improvviso, durare all’infinito, essere comunque dipendente dal successo o dalla sconfitta o dalle voglie dei produttori. Cioè un mondo vulnerabilissimo, cioè quello in cui siamo dentro.

Se David Lynch all’alba dei settant’anni ridisegnerà un’altra volta questo panorama, diventerà una questione quasi paranormale. Come il vero grande mistero del posto dei Picchi gemelli. Ma che rischio, però: gigantesco quasi quanto la curiosità che ormai è diventata davvero difficile da gestire. Lynch, Los Angeles, Cannes, Showtime, Sky, fate presto, qui vogliamo saperne molto più e in fretta.